Fuerteventura
La vacanza che aspettavamo da un bel po’ di tempo è coincisa proprio con il mio #compleanno…e così, per la prima volta, ho scartato uno dei regali a tantimilapiedi da terra!
Il primo impatto con l’isola è stato strano: arrivati di sera, nuvoloso, più freddo che in Italia, ventoso (ma questo lo sapevo) e soprattutto un paesaggio vulcanico fatto di pietre, terre aride e quasi del tutto privo di vegetazione a cui non ero abituata…più che a Fuerteventura sembrava di essere sbarcati sulla Luna o su Marte!
Nei giorni seguenti invece abbiamo scoperto un sacco di cose bellissime di quest’isola: l’immancabile vento che passa da essere quasi fastidioso inizialmente a darti una sensazione di libertà ancora più grande e soprattutto abbiamo scoperto l’incredibile bellezza dei paesaggi, che cambiano aspetto e colori nelle varie ore del giorno o al passaggio delle nuvole.
La prima tappa non poteva che essere il chilometrico susseguirsi di dune di Corralejo (dove alloggiavamo), dove la sabbia bianca appena alzata dal vento ti pizzica sulle gambe e sfoca i contorni dell’orizzonte. E poi viste mozzafiato, scoiattoli e corvi lungo il tragitto per la vecchia capitale Betancuria, fino ad arrivare ad Ajuy con la sua sabbia così nera da sembrare cenere e le grotte scavate dal vento e dalle onde. Le spiagge ed il faro da cartolina di El Cotillo, i mulini, i sentieri persi in questi paesaggi lunari, l’atmosfera surfista da Point Break, le strade sterrate, le caprette onnipresenti, le piantagioni di Aloe, le spiagge interminabili e deserte, la bellezza di Cofete, la vista di Lanzarote e l’isola deserta di Lobos all’orizzonte, vulcani e crateri a perdita d’occhio, fino alle spiagge di Jandia…il paradiso!
L’elenco dei ricordi di questa vacanza è davvero lungo…ne ho tralasciato uno, quello dell’escursione all’isola di Lobos e soprattutto il ritorno dall’isola…dopo una giornata fantastica, all’improvviso si è avverato uno dei miei incubi peggiori: proprio nel bel mezzo dell’oceano, a metà tragitto tra le due isole, d’un tratto il motore del gommone water taxi è andato in avarìa, proprio nel punto peggiore dove si formavano onde di 4 metri d’altezza! Dopo essere stati sballottati da queste onde per me spaventose per un tempo interminabile, sono arrivati i soccorsi, siamo saltati su un altro gommone ed abbiamo raggiunto il porto sani e salvi…Ed il nome Fuerteventura prende ancora più senso!
Un viaggio fantastico! Abbiamo girato l’isola in lungo ed in largo, in macchina e a piedi…a dire il vero ho camminato così tanto che appena arrivata a casa le mie care infradito erano così sfinite che mi hanno salutata 😀 #viaggi
La vacanza che aspettavamo da un bel po’ di tempo è coincisa proprio con il mio #compleanno…e così, per la prima volta, ho scartato uno dei regali a tantimilapiedi da terra!
Il primo impatto con l’isola è stato strano: arrivati di sera, nuvoloso, più freddo che in Italia, ventoso (ma questo lo sapevo) e soprattutto un paesaggio vulcanico fatto di pietre, terre aride e quasi del tutto privo di vegetazione a cui non ero abituata…più che a Fuerteventura sembrava di essere sbarcati sulla Luna o su Marte!
Nei giorni seguenti invece abbiamo scoperto un sacco di cose bellissime di quest’isola: l’immancabile vento che passa da essere quasi fastidioso inizialmente a darti una sensazione di libertà ancora più grande e soprattutto abbiamo scoperto l’incredibile bellezza dei paesaggi, che cambiano aspetto e colori nelle varie ore del giorno o al passaggio delle nuvole.
La prima tappa non poteva che essere il chilometrico susseguirsi di dune di Corralejo (dove alloggiavamo), dove la sabbia bianca appena alzata dal vento ti pizzica sulle gambe e sfoca i contorni dell’orizzonte. E poi viste mozzafiato, scoiattoli e corvi lungo il tragitto per la vecchia capitale Betancuria, fino ad arrivare ad Ajuy con la sua sabbia così nera da sembrare cenere e le grotte scavate dal vento e dalle onde. Le spiagge ed il faro da cartolina di El Cotillo, i mulini, i sentieri persi in questi paesaggi lunari, l’atmosfera surfista da Point Break, le strade sterrate, le caprette onnipresenti, le piantagioni di Aloe, le spiagge interminabili e deserte, la bellezza di Cofete, la vista di Lanzarote e l’isola deserta di Lobos all’orizzonte, vulcani e crateri a perdita d’occhio, fino alle spiagge di Jandia…il paradiso!
L’elenco dei ricordi di questa vacanza è davvero lungo…ne ho tralasciato uno, quello dell’escursione all’isola di Lobos e soprattutto il ritorno dall’isola…dopo una giornata fantastica, all’improvviso si è avverato uno dei miei incubi peggiori: proprio nel bel mezzo dell’oceano, a metà tragitto tra le due isole, d’un tratto il motore del gommone water taxi è andato in avarìa, proprio nel punto peggiore dove si formavano onde di 4 metri d’altezza! Dopo essere stati sballottati da queste onde per me spaventose per un tempo interminabile, sono arrivati i soccorsi, siamo saltati su un altro gommone ed abbiamo raggiunto il porto sani e salvi…Ed il nome Fuerteventura prende ancora più senso!
Un viaggio fantastico! Abbiamo girato l’isola in lungo ed in largo, in macchina e a piedi…a dire il vero ho camminato così tanto che appena arrivata a casa le mie care infradito erano così sfinite che mi hanno salutata 😀 #viaggi